Cos’è il PDF?

Usato spesso involontariamente, il PDF (Documento in Formato Portabile) è stato creato per condividere qualsaisi file su qualsiasi computer. L’Adobe System crea il PDF circa qundici anni fa e da allora viene perfezionato costantemente. Utilizzare questo formato porta alla condivisione delle informazioni contenute nel documento. La sua lettura, creazione e stampa è possibile da parte di qualsiasi persona che utilizza Adobe Reader. Si possono creare indici, miniature, inserire filmati o link che rimandino ad altri testi. Naturalmente offre anche delle garanzie: in ogni documento l’autore può inserire una password che vieta la modifica del file, le persone che ricevono o scaricano il PDF possono, quindi, solo leggerlo e stamparlo.  E’ sempre giusto poter fornire delle garanzie di protezione, l’importante è non approfittarne…

Bound by Law

Bound by Law utilizza la classica formula del fumetto per affrontare il controverso problema del copyright e del fair use, ma lo fa sfruttando internet! E’ l’esempio lampante di come sia possibile un’integrazione tra “vecchio” e “nuovo” e di come deve essere sfruttata questa integrazione.

Il diritto d’autore nasce e cresce nei paesi anglosassoni. In italia il cammino è tortuoso. Ad oggi, ancora, manca una legislazione che sia al passo con i tempi. Il nostro diritto d’autore si rifà ancora ad una legge del 1941. Chiramente è stato modificato, grazie alla spinta delle direttive europee, ma sostanzialmente il testo di riferimento è quello di una legge di sessant’anni fa. Come si dice? Gli Ultimi saranno i primi!

Proteggere “una particolare espressione del lavoro intellettuale” è fondamentale, ma lo è anche la possibilità di renderla disponibile al pubblico. Le limitazioni e gli interessi economici i gioco sono e saranno sempre troppi, ma in fondo la cultura e la possibilità di diffonderla non sono fattori così importanti!

Ah dimenticavo…

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Primo Blogoincarico

Nonostante il mondo e la realtà vadano avanti costantemente, l’insegnamento, le materie e l’università stessa sembrano ancorati ad un passato molto lontano. La lezione in aula rimane ancora, troppo spesso, l’unica forma di insegnamento possibile.

Durante la prima fase del mio ciclo di studi ho appreso delle “definizioni base”, subito dopo la laurea ho deciso di iscrivermi alla specialistica di Comunicazione Strategica presso la facoltà di Scienze Politiche, sperando di riuscire a mettere in pratica tutte le nozioni acquisite fino a quel momento. Tutto in quella facoltà, però, era inserito in schemi rigidi: le nozioni venivano ripetute al’infinito, l’impostazione della lezione in aula era sempre la stessa, il linguaggio usato da insegnanti e studenti artificioso, non naturale; e la tecnologia? beh ne parlavamo spesso…sempre, ma non abbiamo fatto niente, MAI. Dopo un anno di corsi, tre esami sostenuti ed un piano di studi che non prevedeva neanche uno stage ho deciso di cambiare corso di laurea.

Quello che molti insegnanti sembrano ancora non aver capito è che la lezione in presenza può fornire allo studente formule di apprendimento riconoscibili e molte volte anche efficaci, ma questa tipologia di insegnamento è ormai insufficiente. La formazione oggi giorno DEVE essere integrata con le nuove tecnologie. Il contesto e la realtà globale in cui viviamo presuppongono nuove forme di conoscenza e di apprendimento; gli studenti, soprattuto di un corso di laurea magistrale, sono ormai discenti adulti. Gli insegnanti e l’univesità devono continuare a fornire conoscenze teoriche comuni a tutti gli studenti, ma devono dare anche la possibilità al singolo di poter tracciare un percorso autonomo di apprendimento. La tecnologia è una grande risorsa che l’università dovrà riuscire a sfruttare per poter elaborare nuove forme di insegnamento efficaci per il contesto globale in cui viviamo.